Un cammino nel “deserto”

Spunto di riflessione: C’è bisogno di relazione col mondo, con le persone, con Dio. E vivo di queste relazioni. Il problema è allora come noi soddisfiamo la nostra fame.

Canzone che ci accompagna: Simone Cristicchi – Lo Chiederemo agli Alberi

Approfondimenti da scaricare: Silvano FaustiErmes Ronchi

Commento al Vangelo – estratto da Silvano Fausti

Questo brano ci parla delle tentazioni di Gesù che ha compiuto la sua scelta. Compiere una scelta giusta non è poi tanto difficile, il difficile è portarla avanti. Volere il bene è facilissimo: tutti vogliamo il bene; portarlo avanti, è lì che si presentano le difficoltà; difficoltà di un certo tipo molto semplice – non ce la fai! – di fiducia, e difficoltà che consistono nel capire come portarlo avanti. E Gesù le sperimenta come noi. Le difficoltà sono rappresentate dal modo naturale di pensare; non c’è nulla di diabolico, non pare; è un modo molto umano di pensare.

Per cui ogni realtà la possiamo vivere o con lo spirito del possesso, (anche nel nostro piccolo), o con lo spirito del dono: la differenza è tutta qui. Come vedete questa tentazione si presenta non solo di tanto in tanto, a livello generale di scelta, ma addirittura a livello di scelta in ogni azione. Che rapporto ho col mio lavoro? Che rapporto ho con le persone con cui sto? Che rapporto ho con Dio? V’accorgerete che normalmente è un rapporto di potere, di dominio, di possesso che distrugge voi e l’altro o che immola voi alle cose e che non c’entra assolutamente con Dio, ma è una perversione della fede.

Quindi, come vedete, quando si parla di tentazioni di Gesù non si parla solo di qualcosa che è capitato al principio – ho il biglietto d’ingresso, poi una volta che l’hai pagato entri e visiti tutto. No, è proprio quella alternativa che si presenta a Gesù in ogni azione che fa. In modo che ogni azione diventi realmente azione del figlio. Quindi azione libera.

Il deserto è il simbolo della verità, ti porta nella tua verità, perché la vera lotta non è contro qualcuno, è in me, il satana è in me. Sono i miei desideri di avere, di potere, di apparire che governano tutte le mie azioni.
Il divisore, la divisione, non è fuori di me, ma dentro di me.
Ma la trovo solo nel deserto, perché fin che c’è uno vicino a me, posso sempre dire: è l’altro. Ma se sei solo e t’arrabbi, dici: con chi me la prendo? E allora capisci che c’è in te l’aggressività. Così il deserto è quel luogo di verità dove l’uomo si ritrova con sé: per questo si fugge dal deserto, cioè si fugge da sé. Se fuggi da te, poi non trovi più niente: chi trovi se non ci sei più tu?

Quindi bisogna saper fare il deserto, il silenzio, andare nella verità e non aver paura della verità: non ce l’abbiamo, la cerchiamo.
Il deserto è il luogo della ricerca, del cammino.

Lo Spirito Santo ti porta nella realtà, nella tentazione, nella prova, nel dubbio, nella difficoltà di discernere, di decidere, nella lotta.

Questo digiuno di 40 giorni a cui si aggiungono anche 40 notti richiama quello di Mosè, richiama il cammino di 40 giorni di Elia, richiama i quarant’anni del deserto, richiama una generazione, una vita. Cioè tutta la vita è lotta, è tentazione!

Ed ebbe fame… La fame è il luogo della tentazione, cioè il bisogno. E l’uomo è fame di cose, è fame di persone, è fame di Dio.

Cioè è bisogno di relazione col mondo, con le persone, con Dio. E vivo di queste relazioni. Il problema è allora come noi soddisfiamo la nostra fame.

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